L’UICI IN CAMPO PER AIUTARE CHI PERDE LA VISTA ALL’IMPROVVISO – PROGETTO “Cittadini fra Cittadini”

Filosofia del progetto

Il progetto “Cittadini fra Cittadini” si è ispirato ai principi contenuti nella International Classification of Functions (ICF) (22 May 2001 -resolution WHA 54.21).

In pratica, abbiamo cercato di ridurre le distanze fra l’individuo colpito da minorazione visiva e l’ambiente circostante (famiglia, amici e colleghi,  come scuola, posto di lavoro, struttura residenziale).

In relazione all’individuo, abbiamo cercato di valorizzare e di potenziare le conoscenze acquisite prima della perdita della vista, le competenze, le abilità e soprattutto le motivazioni a ritrovare una strada, la sua strada, offrendo il nostro aiuto, come farebbero dei buoni compagni di viaggio.

Poiché l’inclusione non si può fare da soli, ci siamo rivolti anche all’ambiente in senso lato, quindi le relazioni umane, gli spazi ed i servizi urbani, la tecnologia, cercando di “educare”, di “rendere più consapevoli”, per migliorare i modi di pensare e i comportamenti.

Abbiamo cercato di far leva sulla sana curiosità dei nostri interlocutori intorno alle possibilità ed ai limiti derivanti dalla minorazione visiva, indicando quindi comportamenti più idonei a ridurre il disagio reciproco nella comunicazione e nella costruzione di una relazione naturale e gratificante sia per la persona ipo e non vedente, sia per il suo interlocutore normovedente.

Le attività rivolte all’individuo hanno mirato da un lato a favorire un atteggiamento più realistico nei confronti della disabilità stessa, e a dare motivazione e quindi speranza nella possibilità di sviluppare meccanismi compensatori, tali da ridurre lo scarto fra la persona colpita da disabilità visiva e la persona normovedente; d’altro lato a fornire informazioni corrette sui diritti di cittadinanza (provvidenze, agevolazioni), come pure sulle responsabilità e soprattutto sulle possibilità di conquistare maggiori autonomie in relazione alle diverse attività ed alle diverse funzioni richieste nei vari contesti (famiglia, scuola, lavoro, tempo libero, attività elettive).

In relazione ai vari contesti sociali invece, il progetto ha posto in essere iniziative ed eventi, tutti finalizzati a dare una immagine della persona con disabilità visiva meno improntata allo stereotipo “stupore / pietà”, ovvero meno spettacolarizzante, e più vicina alla realtà, rivolgendosi più alla capacità di ragionare e di immaginare che a sentimenti di paura più o meno consci, o al sentimento umano di pietà, che si prova dinanzi a situazioni senza via di uscita.

Progetto sostenuto con i fondi Otto per Mille della Chiesa Valdese